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martedì 11 dicembre 2012

Kenya, la mia esperienza con il Safari. Il Parco Tsavo Est (I° parte)

























Il safari è un'esperienza unica, che non inizia con l'entrata nel parco ma segue le orme della popolazione che in questa terra ci vive. Le tribù, la povertà, la bellezza dei luoghi, l'odore e le sensazioni che tutto questo mi ha donato.

Uno dei principali motivi che mi ha spinto a scegliere il Kenya è stato sicuramente la voglia di partecipare ad un safari. In tanti mi hanno raccontato la loro esperienza, entusiasti del contatto con un ambiente così diverso, l’emozione della vicinanza con gli animali che non siano quelli rinchiusi in uno zoo, la bellezza di un tramonto su un panorama mozzafiato..
Il giorno stesso in cui abbiamo messo piede in villaggio, dopo 11 ore di viaggio (8 di aereo da Bergamo a Mombasa, con scalo a Zanzibar + 3 di pullmino su strade sterrate), siamo stati letteralmente sommersi da richieste di partecipazione al safari.
Ovviamente, da parte dei beach boys che non ci permettono di oltrepassare la soglia del villaggio senza averci abbondantemente proposto le loro soluzioni, così da non lasciarci godere neanche uno spicchio di spiaggia, quasi niente della vista paradisiaca che ci spetta finalmente durante la nostra tanto sudata vacanza.
Mettendo in conto i famigerati ragazzi della spiaggia, ci rassegnamo a stenderci sul lettino per goderci un po’ di riposo, ma ecco che arriva il tizio dell’agenzia convenzionata con l’Eden Village (il villaggio presso il quale abbiamo soggiornato e a cui dedicherò un post più avanti), la Southern Sky, con sede a Malindi, che altrettanto insistentemente e con anche una punta di rabbia – dovuta alla nostra “inspiegabile” indecisione – cerca di convincerci a non cedere alle “avances” dei beach boys e ad effettuare il safari con l’agenzia per non correre rischi ed avere assicurazione compresa.
La scamperà lui, nonostante le esperienze lette sul web e i pareri di conoscenti ci consigliassero di fidarsi dei locali. Questo perché quando arrivi sei stanco e la prima cosa che ti viene in mente è di spendere qualche spicciolo in più, piuttosto che correre il rischio di essere dato in pasto ai leoni della Savana!
Quello che è sicuro è che non  abbiamo mandato giù affatto l’insistenza di questo ragazzo, che poi abbiamo scoperto essere un ex beach boys. 
In villaggio, a mio parere, non dovrebbero permettere tale fastidiosa invadenza da parte dell’agenzia esterna!
A parte questo, spendendo circa 250€ a testa per la formula safari 2 gg + 1 notte in Lodge centralissimo (Aruba Lodge, che recensirò a breve) compresi 2 pasti ed 1 colazione + visita a Malindi, crediamo, nel complesso, di non aver fatto un cattivo affare. Per il resto delle escursioni, però, ci affideremo a gente del posto, non rimanendo affatto delusi!
L’esperienza del safari è stata unica nel suo genere.
Il viaggio per entrare al Parco Tsavo Est è lungo ed estenuante ( 3 ore e mezza, tutte su strada sterrata…ma d’altronde, ragazzi, siamo in Africa!), prima di entrare al parco ci fermiamo in un’area dove si vedono coccodrilli che sembrano abbastanza “civilizzati” e furbe scimmiette. E’ percorrendo i tratti di strada che si allontanano dalla costa che la povertà si manifesta in tutte le sue più pungenti sfaccettature.


Man mano che ci addentriamo, troviamo le tribù che vivono in case fatte di sterco e paglia e senza elettricità. I bambini sono scalzi e, i loro abiti malconci - quasi tutti donati dai turisti - sono impolverati e stracciati. I loro sorrisi sono bianchissimi, gli occhi resi tenaci dal contrasto fra povertà e il lusso che gli scorre davanti attraverso i vetri di un pullmino, le loro mani sono avide di qualsiasi cosa venga lasciato dai turisti. Non è solo nella savana che vige la legge del più forte.
In città chiedono giochi, caramelle o soldi per comprare la farina, qui chiedono direttamente acqua o cibo e io non posso che commuovermi vedendo un bimbo che stringe una bottiglietta come se fosse il bene più prezioso.
Le loro voci sono squillanti e dicono “ciao” all’unisono per catturare la nostra attenzione. Molti si appostano per aspettare i doni dei turisti, saltando la scuola. Altri li vedi camminare in divisa, a piedi scalzi e sotto il sole all’ora del ritorno dopo una giornata di studi.
Lasciamo i villaggi per entrare nell’immensità della Savana. Uno spettacolo meraviglioso, un perfetto gioco di colori in un ambiente che non ci è affatto familiare e quindi unico in tutti i suoi aspetti.
Il terreno è arido ma rosso come il fuoco, il cielo è azzurrissimo e tempestato di nuvole bianche, il contrasto fra il verde della vegetazione e il suolo argilloso ci fa sembrare in un quadro. Ancora prima di avvistare gli animali, siamo abbagliati da questa visione.


Io sono emozionata come un bambino e l’entusiasmo non mi permette di godermi appieno ogni singolo istante. Vorrei che fosse già ora del tramonto, che calasse il sole e che gli animali si preparassero per la caccia.
Il primo game drive non darà i frutti sperati, avvisteremo pochi animali, solo elefanti, zebre e gazzelle, i più facili da reperire. Inizierà a piovere proprio nel bel mezzo di un avvistamento ad una leonessa che, ahimè, si farà vedere solo da molto lontano, accucciata fra le sterpaglie. Il tramonto non sarà nitido a causa delle precipitazioni (però vedremo l’arcobaleno).
Bisogna mettersi in testa che la savana non è uno zoo recintato, gli animali scorrono liberi e felici di stare ben lontani dalle zone meno turistiche, cioè da noi! Solo con tanta fortuna, riuscirete a vedere tutti i “Big Five”, ovvero elefante, bufalo, leone, leopardo e rinoceronte!
Noi abbiamo visto molti elefanti, i bufali, le giraffe molto vicine e, vi assicuro, bellissime, le gazzelle, un ippopotamo molto ben nascosto nell’acqua, zebre, dik dik, sciacalli, l’aquila, gli avvoltoi e il secondo giorno siamo finalmente riusciti a vedere quattro leonesse con 4 cuccioli. Peccato non aver avuto l’obbiettivo giusto! 
L’odore della savana è qualcosa di molto particolare, è un miscuglio di terra e animale selvatico. Di sterpaglie ed erba più rigogliosa. Ti fa sentire vivo e in un altro sistema.
Il tramonto, come vi ho già detto, non è stato la tipica palla di fuoco rossa, inghiottita man mano dai confini della savana ma è stato comunque molto suggestivo. La sera cambia tutto, l’ambiente è più teso a causa dell’attesa della caccia. Gli uccelli cinguettano e poi ad un tratto si zittiscono. Tutto sembra tacere per lasciar spazio ai richiami dei predatori.


Il Lodge

Dormire in un lodge, immersi nella savana, con le iguane che ti camminano nel giardinetto, i dik dik che passano indisturbati e una enorme facciata di vetro che ti permette di vedere ciò che ti circonda, è molto suggestivo.
Addormentarsi è un peccato ma io sprofondo nel sonno, sopraffatta da mille emozioni e cullata dai rumori della notte.

To be continued...


Per vedere l'album fotografico completo su facebook clicca qui: VAI ALL'ALBUM 

2 commenti:

  1. Che bello leggere del parco dello Tsavo... ci sono stato e mi tornano alla mente bellissimi ricordi! Qualche tempo fa, nostalgico, scannerizzai tutte le foto (che feci con pellicola) per averle in digitale ed anche se non perfette mi fanno tremare il cuore... l'Africa ti resta proprio dentro!
    Noi però ci fidammo dei Beach Boys, tre giorno fantastici per 30€ a testa, molto organizzati anche se fondamentalmente rustici! ;) Era il 2005... ormai uno splendido ricordo!
    http://www.sphimmtrip.blogspot.it/2012/09/pictures-of-kenya-2005.html

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  2. Anche noi poi ci siamo affidati a loro e siamo anche diventati amici...con alcuni ci sentiamo ancora! Peccato non aver potuto fare foto più belle...mi mangio le mani! Complimenti anche per i tuoi ricordi :D

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