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lunedì 18 giugno 2012

Valle d’Aosta, realtà diverse a confronto (I parte: Di Barrò)


Testo e foto: Gabriele Merlo

La regione più piccola d’Italia, un’unica provincia, una lunga valle solcata dalla Dora Baltea circondata da montagne maestose, così può essere descritta geograficamente la Valle d’Aosta che ho avuto il piacere di visitare nuovamente in occasione di Cantine Aperte 2012.
In una regione famosa per le lunghissime piste da sci, i verdi pascoli e i castelli medioevali, dove può trovare spazio la coltivazione della vite? 

Oltretutto, in un ambiente il cui clima non sembrerebbe favorevole alla produzione di grandi vini, abituati a pensare a vigneti adagiati su dolci colline e non circondati da cime innevate. La superficie vitata di questa regione è piccola ma i vigneti sono molti e i vini che producono di ottimo livello: la Valle d’Aosta è un piccolo scrigno di vitigni autoctoni. Il Petit Rouge, il Prie Blanc, il Fumin, il Cornalin, il Mayolet e tanti altri sono coltivati esclusivamente in questa regione e godono delle notevoli escursioni termiche giornaliere e stagionali che favoriscono una giusta maturazione del frutto e il manifestarsi d’intensi profumi.
Sebbene la Valle d’Aosta abbia una sola DOC omonima, possiede ben sei sottozone, ognuna con vitigni e caratteristiche completamente diverse dalle altre. In questo mio piccolo tour ho voluto comprendere le differenze di tre sottozone andando a far visita a produttori che rappresentano alla perfezione i territori. Le diversità che presenta questa regione non si fermano solamente al territorio, anche i produttori possono essere suddivisi in due differenti entità: i piccoli, anzi spesso piccolissimi, viticoltori indipendenti e le cooperative che, a differenza di molte altre regioni, qui producono volumi che arrivano a malapena alle 200.000 bottiglie riuscendo nel contempo a garantire grande qualità.
Dunque in marcia, accompagnato dal fido amico Valerio, verso le realtà vinicole di questa regione, strizzando un occhio anche a quelle gastronomiche tipiche, su tutte la Fontina e il Lardo d’Arnad.
L'azienda Di Barrò - Valle D'Aosta
Di Barrò, è il nome dell’azienda “famigliare” da me scelta che interpreta nel migliore dei modi la sottozona Torrette, a pochi chilometri dal capoluogo Aosta, in cui la coppia di proprietari Elvira Stefania Rini e Andrea Barmaz  vivono e coltivano i pochi, ma buoni, ettari di vigneti. Andrea, marito ed enologo, da pochi anni ha deciso di compiere una scelta coraggiosa e particolare, vinificare e fermentare il mosto esclusivamente in acciaio. La motivazione che l’ha spinto è stato il voler dare risalto nei propri vini all’impronta del territorio ma soprattutto del vitigno. Senza l’utilizzo del legno di botti e barriques, all’olfatto e durante l’assaggio, si riescono infatti a percepire nettamente gli aromi primari e secondari, quelli caratteristici delle uve e dell’ambiente, senza alcuna intromissione di note tostate e vanigliate date dal passaggio in botte. Questa scelta sarebbe stata controproducente se i vini di Andrea non avessero avuto grande struttura e fossero stato vini semplici, ma in questo caso la scommessa è stata vinta poiché il Petit Rouge, il Fumin e gli altri vitigni coltivati nel terroir di Saint Pierre nella sottozona Torrette, conosciuta per i suoi vini da diversi secoli, ci hanno regalato sensazioni gusto-olfattive presenti nei rossi di grande stoffa.


La degustazione orizzontale dei vini dell’azienda ha valorizzato la scelta di Andrea: ogni vino aveva un suo carattere ed un suo gusto personale e su tutti mi hanno colpito il delizioso Fumin e il grande Torrette Superieur Ozan (già conosciuto come “Vigne de Torrette”): di un bellissimo rubino esprime al naso sentori di sottobosco, funghi, erbe alpine e una delicata speziatura. Molto buono e di piacevole beva nonostante la struttura sorretta da una forte spalla acida e una pungente sapidità; anche all’assaggio ritorna una punta speziata, non data sicuramente dal legno ma dal terroir della zona, insomma un vero e proprio sorso di Valle d’Aosta.
Un ultimo elogio va sicuramente alle signore della famiglia Rini e Barmaz per aver preparato gli squisiti accompagnamenti gastronomici da abbinare ai vini proposti in assaggio per rendere più piacevole la permanenza in cantina: non solo gli ottimi lardo d’Arnad, mocetta e fontina ma anche le stuzzicanti mousse e la buonissima crostata con marmellata di lamponi, tutte fatte in casa, non riuscivamo più a fermarci con gli assaggi.
La cantina Di Barrò non sarà turistica o scenografica, piena di botti e barrique, punta sulla funzionalità ed è quasi più simile ad un garage, ma per quanto riguarda l’accoglienza e i vini offerti merita un punteggio molto alto e sicuramente una visita… E’ proprio vero che l’abito non fa il monaco!        


Maggiori Info:
Di Barrò
Località Château Feuillet 8
11010 Saint Pierre (AO)
Tel.: 3332935049 / 3384250994




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