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mercoledì 30 maggio 2012

D&D Consigli. Agritur Solasna, dove il gusto è genuino

Quasi al termine del Blog Tour #Raftingpower, dopo una mattinata passata a cavallo su una bicicletta che ha messo a dura prova il mio fisico e ahi ahi..le mie chiappe, ho avuto la possibilità di rifocillarmi assieme a tutto il gruppo, all' Agritur Solasna.
Non nascondo affatto di aver mangiato benissimo, anzi, sicuramente ci tornerò a breve con tutta la ciurma di amici.
La prima cosa che colpisce, è l'attenzione riservata ai prodotti, tutti genuini.

martedì 29 maggio 2012

VACANZE ADRENALINICHE IN VAL DI SOLE..SI PUO' FARE


Durante il week end appena trascorso in compagnia degli amici di VisitTrentino, l'adrenalina non ci ha mai abbandonato. E quando dico mai, significa che anche nei momenti più impensabili, le soprese erano dietro l'angolo. Come nel caso del nostro ritorno, sulla mitica Vaca Nonesa, in cui lo sguardo di ghiaccio di un terribile controllore, (incubo di tutti i "pendolari") ci ha fatto vivere momenti carichi di tensione.
Ma questa è un'altra storia. E poi perchè partire a ritroso?

giovedì 24 maggio 2012

Dog Trip. Viaggi a 4 zampe

Non so chi di voi mi segue anche su Dog Trip, ma colgo l'occasione per rinnovarvi l'invito a partecipare alla nostra nuova avventura. Per non stare proprio a ripetervi tutto, vi allego il link del post che scrissi in occasione del lancio di questa iniziativa, che ha lo scopo di promuovere il turismo a 4zampe in maniera un pochino più frizzante.
In poche parole non si tratterà solo di un elenco di strutture dog friendly, su dove trascorrere le vacanze con l'amico peloso. Niente recensioni falsate, di poco conto e che non rendono affatto l'idea.

Il nostro intento è partire e testare le strutture, una per una, regione per regione, per riportarvi un fedele racconto della nostra esperienza. La parola andrà alle immagini (anche in live su Social), ai video e ovviamente, una buona parte costituirà in diari di viaggio.
Maya
La vera protagonista del tour sarà quella specie di tenero salsicciotto nero e peloso che risponde al nome di Maya. Un giudice severissimo e molto esigente, pronta a fornirvi il resoconto del nostro viaggio, zampa dopo zampa.
Forse non sapete che anche lei contribuirà alle attività, e non si occuperà solo di testare spiagge, ristoranti, alberghi e campeggi, ma sarà un vero e proprio "cameradog" con tanto di telecamerina portatile. Vedremo il mondo come lo vede un bassotto.
Detto questo, volevo aggiornarvi sullo stato di preparazione del nostro tour. A giugno saremo in Veneto e in due zone diverse della Liguria. A giorni, sarà disponibile il programma sul blog ufficiale di Dog Trip, con tanto di tappe e partecipazione ad attività.
Vi ricordo che nell'area Partners, potete trovare tutti gli aggiornamenti di chi decide di collaborare con noi e farsi conoscere.
Ribadisco che ai nostri Partners non chiediamo soldi, ma solo ospitalità.
Viaggiare per noi è un sogno, viaggiare con Maya lo è ancora di più. Spero che la tipologia di  vacanza Dog Friendly, in Italia, sia sempre più accessibile e per questo ci impegneremo a riportare più informazioni possibile.

Ci trovate su:

Blog ufficiale di DogTrip, clicca QUI
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Twitter, clicca QUI Seguite le nostre avventure tramite hashtag #DogTrip
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Instagram @dogtrip



mercoledì 23 maggio 2012

DI COLLOQUI E SFIGHE LAVORATIVE VARIE. Un racconto tragi-comico.



Questo Post è FUORI TEMA 

“Tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di ricerca della consapevolezza. I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia”. “E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. Tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o non riesce a entrarci”.
Cit. Mario Monti

Alzi la mano chi non si è reso conto che almeno una volta al giorno, localizzandoci su qualsiasi tg, ci viene propinato un servizio che tratta uno degli argomenti più in voga del momento: la crisi del mercato del lavoro e la disoccupazione.
E pensare che non ce n'eravamo accorti, quì fuori.
Quì, nel bel mezzo del turbinio del precariato, dove il lavoro non è più un diritto ma un'eccezione di pochi privilegiati.
In un mix fra l'incazzato e il sarcastico, mi trovo a generare pensieri degni di una delle migliori menti omicide, pensando alle sopra citate parole del nostro amatissimo Premier "Che monotonia il posto fisso".
Mi viene più che naturale chiedermi se queste persone hanno mai testato la vita da precario e se, per ciò che concerne il futuro dei propri figli, accetterebbero volentieri un simpatico percorso fatto di stage sottopagati o addirittura senza rimborso alcuno.
Banale la domanda, quanto le possibili risposte.
Nonostante tutto, quando ripenso alle mille avventure in cui mi imbatto durante la ricerca di lavoro, ancora sorrido. Amaramente, ma sorrido.
In Italia ti vogliono laureato. Possibilmente con specialistica e a pieni voti. Devi sapere, il più delle volte, almeno una lingua fluentemente e questo presuppone che tu abbia un trascorso abbastanza duraturo all'estero. Però ti vogliono con esperienza di minimo due anni nella stessa identica mansione, che sommata ai 5 di specialistica, 1 di esperienza all'estero più eventuali extra, fa almeno 10 anni. Il che presuppone che tu abbia almeno almeno una trentina d'anni. Però ti vogliono giovane, da formare a loro piacimento. Una bella contraddizione.

Può essere, come è successo a me, che ti convochino per una sostituzione maternità ma ti offrano solamente un contratto a progetto. Sai, è per conoscerti meglio e poi, fra un anno, l'indeterminato. Ma i sei mesi di prova di regola dell'indeterminato non possono bastare? O senza esagerare, un determinato di un anno e poi se ne riparla, oppure una semplice maternità? Che poi è anche quello per il quale sarei stata convocata.
Ti propinano un sacco ti palle pensando che tu te le beva, però poi, ai fini della selezione esigono persone sveglie. Altra contraddizione.
Inoltre, donne, se prendete parte ad un colloquio, lasciate a casa anelli, fedine e luccicosissimi solitari. Si, anche se ne andate davvero fiere.
Chi vi fa il colloquio non vi guarderà negli occhi ma sarà alla disperata ricerca del segno d'abbronzatura lasciato dal vostro anello.
Poi vi chiederà se convivete e se avete intenzione di metter su famiglia, come se questo fosse assolutamente segno di disonore.
E voi dovrete fare una faccia del tutto stupita, intente a scrollare la testa insistentemente in segno di "No, no, no, no...sia mai".
Che in fondo non è neanche bugia. Non sarebbe affatto possibile solamente pensarci, visto lo stipendio da fame che prenderemo per qualche mese, nell'attesa di ricominciare per l'ennesima volta questo tran tran di colloqui assurdi.
Sempre che vi rispondano alle candidature, naturalmente.
Ma va bene così. In fondo basta non toccare lo stipendio agli statali che a furia di badgiare anche per i colleghi assenti si fanno venire la tendinite.
Tanto le malattie ce le hanno pagate, loro!

UN, DUE, TRE..NTINO!

Mancano esattamente tre giorni all'appuntamento con #Raftingpower, il blog trip adrenalinico organizzato da Visitrentino (@visitrentino) al quale parteciperò.
Nel frattempo, sto cercando di prepararmi fisicamente e psicologicamente: la danza del sole è quello che ci vuole...allena i muscoli e tiene lontano ogni sorta di perturbazione.
Al sole in Trentino, io ci credo nonostante le previsioni siano avverse. In tal caso, Rafting Dimaro (@raftingdimaro) ci ha assicurato che con la pioggia il divertimento sarà doppio.
Volevamo l'avventura? Eccocela..indipendentemente da sole, pioggia, vento e tempesta.

Rinnovo l'invito a seguirci live su twitter tramite l'hashtag #raftingpower e su ogni sorta di Social.
Non vedo l'ora di salvare il mio i-phone dagli schizzi delle rapide arrabbiate del fiume Noce.
Vi lascio con una preview:


lunedì 21 maggio 2012

MAI DIRE……JIIIIIIINZAAAAAAN

Testo: Noemi Verpilio

Per la prima volta decido di andare contro ai miei principi che fino ad oggi mi avevano fatto evitare di acquistare coupon per cene giapponesi sui vari siti …forse intimorita per la qualità e freschezza del pesce me ne sono tenuta alla larga optando magari per cene in ristoranti italiani (controllando sempre sul web le recensioni: grazie TripAdvisor!) o per cene etniche in cui l’intensità delle abbondanti spezie potrebbero uccidere qualsiasi eventuale germe o quantomeno coprire eventuali sapori sospetti…
Dopo essermi fatta convincere da commenti del tipo “qualità elevata,vasta scelta, cibo ben assemblato e preparato, ottimo rapporto qualità prezzo”, fiduciosa ho quindi acquistato un deal per 2 persone al ristorante JinZan, zona Naviglio.
Così l’altra sera io e la mia amica Stefania, ormai “esperte” di cucina giapponese, abbiamo fatto il nostro ingresso in quello che a primo impatto è un ristorante molto grazioso e ben arredato eccezion fatta, purtroppo, per le stoviglie: infatti ci troviamo davanti all’unico ristorante giapponese che utilizza un servizio di piatti che ricorda quello della nonna, comprese le relative e numerose sbeccature!!!
Il locale è comunque abbastanza affollato nonostante sia martedì, le cameriere - cinesi – sono molto cordiali anche se ci viene il sospetto che non capiscano del tutto l’italiano…sospetto che viene confermato quando la ragazza del tavolo di fianco tenta invano di ordinare mezza bottiglia d’acqua e riesce a spuntarla solo dopo aver tramutato l’indecifrabile vocabolo “mezza”, in piccola. Ne abbiamo poi ulteriore conferma anche noi, quando tentiamo di ordinare ”un’altra” acqua e vediamo gli occhi della solita cameriera spalancarsi con fare dubbioso.

Iniziamo la nostra cena con i tipici ravioli da antipasto i Gyoza (inserisco una foto per quei pochi che ancora non sanno di cosa parlo….)
Devo dire che avremmo dovuto fare una foto al nostro piatto che naturalmente era ben lontano dall’immagine sopra riportata…ci vengono infatti serviti 4 ravioli che all’apparenza sembrava di plastica e al gusto….pure…destino beffardo, nel corso della cena ci verrano poi offerti nuovamente ottenendo un deciso rifiuto da parte nostra…
Purtroppo anche il resto non era come lo immaginavamo…servizio lento e confusionale…piatti scambiati tra i vari tavoli e attese infinite…riso servito ancora caldo e, passatemi il termine, “colloso”… edamame, tipici fagioloni di soia di un bel verde acceso tanto amati dalla mia compagna d’avventura, anch’essi serviti ancora troppo caldi…hosomaki  e gunkan  assemblati e presentati male con il solito pessimo riso…per non parlare del temaki amaebi, il “cono” giapponese che purtroppo oltre ad un gambero crudo un po’ flaccidino conteneva da solo mezzo chilo del solito riso senza alcuna traccia di quelli che dovevano essere gli altri ingredienti del piatto….altra cosa dimenticata (non credo ne fossero addirittura provvisti!!!), per la prima volta in assoluto, il classico e piccantissimo wasabi!!!
Di questa cena possiamo però salvare i piatti che non comprendevano il riso: tartar di tonno o salmone gradevoli, alghe verdi ottime, e pesce alla piastra un po’ salato ma buono anch’esso.
Ciliegina sulla torta di questa esperienza è la faccia di Stefania dopo essere tornata dalla toilette: un misto tra il divertito e l’inorridito…che naturalmente ha acceso subito la mia curiosità…

Devo dire che la toilette di JinZan è sicuramente unica nel suo genere…naturalmente per trovarla dovete per forza chiedere alla cameriera perché fidatevi, da soli (per esperienza personale) non ci arrivereste mai…e fidatevi (sempre per esperienza moooolto personale) rischiate di sbagliare anche quando la cameriera vi indica il cartello con i 2 omini sulla porta dell’ascensore.
No, il bagno non è l’ascensore! E' al piano di sotto…in uno scantinato in fondo ad un triste e non pulitissimo corridoio male illuminato…
Costo teorico della cena? 48,00 €…un furto anche se per 2 persone…direi che i 12,00 € spesi a testa, sono in linea con il livello della qualità della cena, ma ben spesi per vedere l’insolita logistica del bagno!
La lezione l’abbiamo imparata!niente acquisti di buoni per cene giapponesi!


giovedì 17 maggio 2012

Fontanafredda. Almeno una volta nella vita

Fontanafredda l'abbiamo raggiunta con il nostro pullmino, al culmine di una giornata uggiosa, come non se ne vedevano da un pò. Sui colli langaroli, anche la nebbia.
L'impatto è comunque stravolgente. Entrando, ci si trova catapultati in un luogo pregno di storia. Quella storia che si è creata dietro alla scia delle gesta di Re Vittorio Emanuele II di Savoia, ultimo Re di Sardegna e primo d'Italia.
Mi colpisconono, tra l'altro, le vicende "amorose" del "Padre della Patria". Prima amante e poi finalmente marito della bella Rosina, che lo viziava permettendogli di tenere in camera con sè, i suoi cani da caccia.
Avendo avuto la fortuna di entrare nelle loro più intime stanze, conservate ancora perfettamente con molti oggetti originali, la maestosità della vita di corte ci invade e ci lascia addosso la giusta percezione del tempo che corre e non si ferma.
Neanche io posso, o forse non voglio, addentrarmi in tutti i dettagli che hanno reso unica una visita del genere.
Basti pensare che le cantine di Fontanafredda, un tempo adibite a stalla, sono quelle con i più lunghi corridoi di Europa. Al loro interno, vengono depositate delle enormi botti in cui il vino riposa per anni.
Non mi perdo inutilmente in descrizioni che potrebbero fuorviare dalla realtà e lascio spazio alle foto che parlano per me. Guardate quì.
Le otto di sera arrivano presto se si è intenti a visitare quelle che furono le mura del Re e, udite udite..anche lo strettissimo e buio cunicolo che egli aveva fatto scavare per raggiungere le sue amanti senza farsi accorgere dalla moglie. Un'altra curiosità che mi ha colpita, riguarda l'enorme bilancia che un tempo serviva a Vittorio Emanuele II e ai suoi amici che si radunavano nella tenuta e per una settimana non facevano altro che mangiare. Al termine dei giorni, ognuno di loro si pesava e il vincitore era colui che aveva preso più kg.
Tempi d'oro, penso io, buttando l'occhio ad un fedele ritratto della Rosina, che un tempo incarnava una delle bellezze più rare. 
Finite le visite, ci dirigiamo verso il ristorante (che poi è situato all'interno della Villa Contessa Rosa). Ai fornelli ci aspetta lo Chef Paolo Livorno, per una dimostrazione di cooking show. La cucina è disposta ad isola, a lato dei tavoli impeccabilmente apparecchiati e sui quali mangeremo. Il camino è già acceso e l’anatra rosola sul fuoco.
Paolo ci guiderà nella preparazione di un antipasto e di un dolce che entrambi assaggeremo fra le mille portate che verrano servite.
Durante la cena, passata allo stesso tavolo dello Chef Ugo Alciati, abbiamo avuto anche modo di assistere involontariamente ad una carinissima proposta di fidanzamento (che forse voleva essere un pò più riservata) e di scoprire le annate migliori del Barolo.
Per il resto di questa strepitosa giornata, parola alle immagini.


Maggiori Info:

Fontanafredda Srl

Sede legale: Via Alba, 15
12050 Serralunga d'Alba (CN) Italia
Tel. 0173.626.111
info@fontanafredda.it


Il Re e la sua Rosina
Le cantine di Fontanafredda






Gli stretti cunicoli del castello

La bilancia del Re
I Vigneti di Fontanafredda
Pierpaolo Livorno alle prese con lo spettacolo di "Cooking show"
Un favoloso antipasto
la nostra tavola imbandita
A  tavola con Ugo Alciati

martedì 15 maggio 2012

Siviglia. Storia, flamenco e tradizioni

Testo e foto: Gabriele Merlo

Sono due le sensazioni che ti colpiscono appena scendi dall’autobus che collega l’aeroporto al centro di Siviglia: il caldo mediterraneo e il profumo di zagare che pervade la città: i viali e i parchi sono infatti pieni di aranci tipici dell’Andalusia.
Ho deciso di andare a Siviglia incuriosito dai racconti e dalle foto di diversi amici e dopo quattro giorni di full immersion in questa città posso dire che mi sono innamorato di lei, dei suoi profumi, dei suoi abitanti, dei suoi cibi, della sua storia e cultura e della sua calma ma anche vitalità.
Questa città incarna appieno lo spirito dell’Andalusia, ma si trova anche a pochi chilometri dal Portogallo, è perfettamente collegata ad altre importanti mete turistiche come Cordoba, Cadice, Malaga e Jerez; può dunque rappresentare la prima tappa di un meraviglioso tour in questa regione.
Siviglia non è solo città di divertimenti e relax, come lo possono essere altre mete spagnole, è anche un luogo di storia secolare in cui culture diverse ma anche antico e moderno creano una perfetta armonia. Lungo le strade si possono trovare testimonianze delle conquiste cartaginesi, romane, arabe e cristiane. Ed è proprio la commistione tra queste due ultime culture che ha dato vita allo stile artistico tipico di Siviglia, lo stile Mudéjar, sviluppato dagli arabi rimasti in Andalusia anche dopo la Reconquista spagnola, rappresenta una fusione dell’arte islamica moresca con quella occidentale cristiana, ed è perfettamente rappresentato dallo spettacolare Real Alcázar. Un consiglio: visitatelo con molta calma e fermatevi a lungo nel suo lussureggiante parco all’ombra di una palma ad osservare le bellissime fontane e i viali alberati.  


Un altro esempio di commistione artistica è ben visibile nell’imponente Cattedrale, la quarta al mondo per grandezza, che sorge sul luogo occupato in passato dalla grande moschea di cui rimangono il minareto e il Patio de los Naranjos. Gli stili gotico e mudejar qui si fondono alla perfezione creando movimenti ed incisioni talmente splendidi da sembrare ricami. Alla fine della visita alla cattedrale salite i 34 piani della Giralda, l’antico minareto della moschea trasformato in campanile e godrete del più bello e suggestivo panorama dall’alto dell’intera città.
Siviglia è soprattutto una città viva e da vivere, nel suo cuore pulsante del centro puoi perderti nell’intricato labirinto di strette viuzze e palazzi che conducono a soleggiati patios del quartiere di Santa Cruz, visitare le decine di minuscole chiese di quartiere ridondanti dello stile barocco spagnolo come la Basilica della Macarena. Puoi fare una rilassante sosta lungo gli argini del Guadalquivir al tramonto all’ombra della Torre del Oro, nei  parchi come il Parque de María Luisa di fronte alla coreografica Plaza de España o fare un giro sulle pittoresche carrozze giallo-nere nel centro storico; puoi toccare la fine sabbia gialla della Plaza de Toros, assaggiare decine di tapas nei tipici bar affollati di gente a tutte le ore del giorno e della sera e assistere a bellissimi spettacoli di Flamenco fino a tarda notte.

Scrivendo per la rubrica enogastronomica, non posso esimermi da un piccolo e doveroso richiamo alla cucina andalusa. Se volete assaggiare delle tipiche ed ottime tapas come il fantastico Jamon Iberico de Bellota, il salmorejo, le tortitas de camarones, il bacalao e tante altre, posso consigliarvi due posticini dove ho cenato decisamente bene, ad un prezzo onesto e in mezzo a veri Sivigliani di ogni età: El Rencocillo, la più antica taverna della città, e la Bodega Santa Cruz sempre affollata di giovani avventori nel centro del pittoresco quartiere omonimo. E da bere? Naturalmente Sherry, che ho degustato in tutte le tipologie, Fino, Manzanilla, Oloroso, Pedro Ximenez ecc..   
Per gli shopping addicted la zona di riferimento è senza dubbio Calle Sierpes dove in mezzo a famosi marchi internazionali si trovano piccoli negozietti o botteghe tipicamente sivigliane che vendono i classici ventagli decorati, i mantones (scialli quadrati tipici andalusi), sombreri, ceramiche e deliziosi dolci come alla Confiteria La Campana. Qui, assaggiando un’ottima torta accompagnata da un buon succo d’arancia, si può sostare circondati da un’autentica atmosfera sivigliana fatta di uomini d’affari che leggono il giornale, famiglie, giovani studenti universitari, vecchietti che sorseggiano un buon tè.
In questa città la gente è un valore aggiunto, ho incontrato solo persone cordiali, gentili e molto disponibili che mi hanno fatto sentire sempre bene accolto nonostante il mio spagnolo stentato. Certo ogni tanto c’è un po’ di disorganizzazione, soprattutto all’ora di cena (qui rigorosamente dopo le 21), e in giro si vedono molte zingare, depositarie delle tradizioni gitane, ma con un po’ di pazienza si può considerare tutto ciò come altre tipicità spagnole.
Siviglia merita decisamente una visita, magari nei mesi di Marzo-Aprile, quando si può godere di un bel clima mite e della fioritura primaverile di centinaia di boccioli colorati. In conclusione, prendendo in prestito una frase di un celebre Reality Show: “Per me è Si…viglia!


venerdì 11 maggio 2012

L’altra Valsusa, quella vera e appassionata (II° parte)

Testo e foto: Gabriele Merlo

Spostiamoci ora, continuando la seconda parte del Reportage Enogastronomico sulla Valsusa (per leggere la prima parte cliccate QUI), all’Azienda Agricola Casa Ronsil, di proprietà dell’omonima famiglia, che è invece situata nell’antico comune di Chiomonte, all’ingresso dell’Alta Valsusa. La viticoltura di Casa Ronsil può essere definita “eroica”, le vigne sono collocate a quasi 1000 metri di altezza su ripidi pendii in strettissime terrazze di muri a secco dove le condizioni non sono certo agevoli per lavorare, sia nelle torride estati che nei gelidi inverni.
Il terreno, le forti escursioni termiche e l’età delle viti, quasi tutte hanno più di 60 anni, permettono di ottenere vini di notevole qualità, tra tutti il Fortunato, un uvaggio di Becouet e Avanà, di grande potenza e struttura. La particolarità di quest’azienda è il suo Vino del Ghiaccio o Eiswein, l’Ice One ottenuto dai vitigni a bacca nera, Avanà, Becouet e Chatus. Per quelli di voi che non lo sapessero, gli Eiswein sono vini prodotti solitamente in Austria, Germania e Canada da uve lasciate appassire sulla pianta fino a gennaio, quando un velo ghiacciato le ricopre e l’acqua congela al loro interno. Questo tipo di appassimento permette di ottenere vini straordinariamente equilibrati tra dolcezza e sapidità e ricchi di sostanze estrattive. Fatevi raccontare dal signor Pierino Ronsil e dal suo genero Franck Thollet le mille difficoltà che incontrano per produrre il loro Ice One e capirete cosa significa il termine “passione”! Conoscere Fulvio e Pierino è stata davvero una bella esperienza non solo per i vini degustati, ho imparato molto dalle loro storie, mi hanno trattato con gentilezza ed erano curiosi di conoscere il mio parere per potersi confrontare, ho ancora l’acquolina per il tagliere di formaggi tipici offertomi dal generoso Fulvio. Naturalmente, mentre chiacchieravo e assaggiavo le rarità prodotte da questi “eroi” il discorso è caduto su cosa ne pensassero della TAV e delle manifestazioni che si stanno svolgendo nella valle. Ebbene la risposta iniziale è stata: "noi siamo prima di tutto viticoltori, e dovremmo cercare di non farci coinvolgere da questioni politico-amministrative", tuttavia entrambi hanno espresso perplessità sugli scavi all’interno della montagna, che da rilievi geologici contiene amianto ed uranio, ma soprattutto sugli appalti e sui lavori fatti alla “maniera italiana”. 

L’Azienda Sibille non è direttamente interessata dagli scavi poiché si trova dalla parte opposta della zona in cui si svolgono i lavori; diverso è il discorso per Pierino Ronsil che almeno due volte al giorno deve attraversare la zona militarizzata dove gli vengono chiesti i documenti per recarsi nella cantina dove vinifica e nei vigneti di proprietà. Ogni giorno alle ore 19 scatta il coprifuoco e i militari chiudono i cancelli, entro quell’ora tutti devono aver finito i lavori di cantina per ritornare a casa e riprendere tutto il giorno seguente, situazione abbastanza stressante per chi vuole e deve lavorare in tranquillità, secondo i ritmi della natura e non dell’uomo. In questa silenziosa e pacifica valle la gente prova due sentimenti contrastanti: tristezza per quello che sta accadendo, per la scarsità di turisti provocata dalla falsa e cattiva pubblicità della maggior parte dei giornalisti che raffigurano la Valsusa come una specie di Afghanistan all’italiana, ma anche desiderio di non arrendersi e mostrare a tutti che in questa valle vivono persone che lavorando duramente riescono a resistere a tutte le difficoltà che quotidianamente devono affrontare. Per chiudere, non mi resta che consigliarvi di fare una gita in Valsusa a vedere i numerosi monumenti storici, passeggiare lungo i sentieri alpini, godere della natura e della tranquillità che vi circonda, assaggiare l’ottima cucina di montagna piemontese e soprattutto, per chi ama i vini come me, assaggiare le uniche e meravigliose specialità enologiche di questa valle, che non troverete da nessun’altra parte del mondo. Non fidatevi di chi vi racconta fatti e situazioni che probabilmente non ha mai vissuto… Andate a toccare con mano la realtà, scoprirete che può essere molto diversa da come la si dipinge! 

 Info aggiuntive:

Azienda Agricola Sibille 
Reg. Colfacero 3, Gravere (TO) 
Tel.: 3470858608 

Azienda Agricola Casa Ronsil
Via Vittorio Emanuele 69
10050 Chiomonte (TO)
Tel.: 3479889189
Facebook: casa ronsil

mercoledì 9 maggio 2012

L'altra Valsusa. Quella vera e appassionata (I° parte)

Testo: Gabriele Merlo

Finalmente sono stato promosso, ho una mia intera rubrica per scrivere della mia passione!!!
Per ringraziare quel cerbero della mia “redattrice” che risponde al nome di La Ste ho pensato: “Devo scrivere un articolo che dia lustro al Blog, che parli di vino ma anche di altro, di attualità!”. In quale parte d’Italia sarei potuto andare per poter scrivere un articolo che narri di ottimi vini, di coraggiosi viticoltori ma anche di qualcosa legato alla cronaca quotidiana? La fonte d’ispirazione mi è giunta mentre studiavo il Piemonte durante la preparazione all’esame per diventare Sommelier. Mentre leggevo della Doc Valsusa scopro che in questa zona sono coltivati dei vitigni autoctoni praticamente sconosciuti e dai nomi quasi esotici: Avanà, Becouet, Chatus, Baratuciat, Gros Blanc .

La sera stessa, guardando il telegiornale, vengo a conoscenza degli scontri tra la polizia e i manifestanti NO TAV in Valsusa ed ecco il lampo di genio, scrivere di queste curiose chicche enologiche andando a visitare delle  aziende del territorio e parlare coi produttori anche di quello che sta accadendo in questa valle, fino a qualche anno fa conosciuta solo come meta sciistica e oggi balzata agli onori della stampa. L’intento della mia visita e di questo reportage non è di descrivere  fatti più o meno politici e di cronaca, ma far conoscere la valle e i suoi viticoltori, autentici valsusini, apprezzare i loro sforzi e le loro fatiche per tenere in vita questi vitigni quasi scomparsi, contro tutto e tutti!
Ed eccomi, in un fresco e soleggiato sabato, in viaggio per la Valsusa, curioso di scoprire ciò che questo territorio saprà offrirmi e nuove persone da conoscere… 
La giovane DOC Valsusa, nata solamente nel 1997, racchiude un gruppo di una decina di viticoltori di montagna molto eterogenei per quanto riguarda territori, vini prodotti e stile ma tutti accomunati dalla passione e dalla convinzione che il vino si faccia in vigna, non in cantina.
Fulvio Sibille conduce l’omonima Azienda Agricola di famiglia con uno stile molto apprezzato dal sottoscritto come avrete già letto in altri articoli, ossia far fare tutto alla natura e non alla chimica. Grazie al terreno ed al microclima del Colfacero nel comune di Gravere che favorisce un’ottima maturazione delle uve i suoi vini riescono ad esprimere al meglio le caratteristiche del territorio. I trattamenti in cantina sono ridotti al minimo, mentre quelli in vigna sono attenti ed accurati, la sua è sostanzialmente un’agricoltura biologica, pur non essendo certificato per propria scelta. I vini che ottiene, di stile quasi più Borgognone che Italiano (e questo è per me, e spero anche per Fulvio, un grande complimento!) sono caratterizzati da una buona freschezza a cui si accompagna una grande struttura, che, come nel caso del Becouet in purezza e del Crufasè blanc cuvèe bois, a base di Chardonnay e vitigni autoctoni come il Gros Blanc, permetteranno loro di evolvere in cantina per diversi anni. L’Avanà dell’Azienda Sibille è stata una piacevole sorpresa, è un vino rosso con caratteristiche simili ad un bianco, all’olfatto predominano sentori fruttati di fragole mature e lamponi e una nota speziata tipica di questo particolarissimo vitigno, assaggiandolo ti colpiscono una notevole freschezza e sapidità inusuali per un vino rosso. L’abbinamento? Semplicissimo, è un vino da bersi giovane e quindi una bella merenda a base di salumi e formaggi freschi, a tutto pasto e anche sul pesce, certamente in preparazioni non troppo elaborate.

Continua..Quì

martedì 8 maggio 2012

Langhe e Nocciole. Amore a prima vista

Ebbene si. Le Langhe non sono solo vino.
Il nostro secondo giorno è stato all'insegna della Signora Nocciola
Voi non immaginate neanche le prelibatezze che è possibile creare con questo piccolo, tondo, croccante e cicciottello frutto.
Di noccioli ce n'è sparsi ovunque con grazia, in Langhe e Roero. E gli abitanti l'amano, la nocciola Tonda Gentile. Apprezzata per il suo sapore delicato, per l'eccellente pelabilità, la buona resa e la lunga conservabilità, essa è la Regina delle nocciole.
Lo sapevate che esiste anche la Confraternita della Nocciola Tonda Gentile di Langa?

Noi abbiamo incontrato il Gran Maestro, il Cav. Luigi Paleari, un uomo attento, gentile e ovviamente golosissimo di nocciole, che ci ha accompagnati durante tutto il nostro percorso alla scoperta del vasto mondo dedicato a questo frutto.
Ci si presenta, distinto, in una mattinata piovosa e mentre raggiungiamo la prima meta, incomincia a fornirci tutti i dettagli sull'argomento in questione. Sul petto porta orgoglioso un luccicante medaglione, quello del marchesato di Cortemilia.
La Confraternita nasce a Cortemilia nel 2000 e il suo compito è quello di promuovere il prodotto principe dell'Alta Langa e fare cultura enogastronomica.
Le occasioni di promozione non mancano, gli eventi riguardano ad esempio, la tradizionale "dieta" di settembre, la proclamazione dei nuovi soci, corsi di pasticceria e degustazione, gemellaggi culinari con altre confraternite e la fiera "Profumi di Nocciola", sagra del dolce alla nocciola e dei vini di Langa.
Per capire meglio in quanti modi e come venga lavorata la nocciola, quale posto migliore se non una Pasticceria? 
Che poi, a dirla tutta, sarebbe meglio chiamarla La Pasticceria, data la cura e la devozione per la nocciola. Il nome già la dice lunga: NocciolArte.

Al di là della porta vetrata di questo negozio, situato ai margini di una piazzetta deserta, in cima ad un colle ai confini col mare, i sensi vengono stuzzicati da un gradevole profumo di buono. 
Valle Uzzone è situato nel cuore dell'Alta Langa, al centro del paese sorge questa Panetteria-Pasticceria gestita da Alessandro Cerrato.
Benvenuti in Paradiso. Quì la nocciola prende forma nelle fantastiche torte Langarole, nei baci di dama, nei friabili Langat, e ancora gallette, cioccolatini, cremini, coppe gelato..
Noi abbiamo avuto l'onore di assistere alla produzione della "Langarola", una torta in cui vengono miscelati insieme le nocciole tritate, la farina, lo zucchero, il burro, le uova, il cacao, gli amaretti, il lievito e un tocco finale di rhum.
Una volta pronto l'impasto, viene pesato accuratamente, posto nelle teglie e poi infornato.
La Langarola può essere fatta con o senza farina, con l'aggiunta di cioccolato, o di moscato.
L'avete mai assaggiata? Ve la consiglio.
E sapete come si fanno i cremini? Quei deliziosi quadratini di cioccolato a strati che si sciolgono in bocca? Vi assicuro che quelli artigianali sono tutto un altro mondo rispetto a quelli del supermercato.
Provare per credere. 
 Per il pane quì prodotto ci vorrebbe un post a parte perchè il racconto mi ha affascinato. Sappiate solo che ha origini contadine. Fino al primo dopo guerra non esistevano panetterie, in ogni borgata del paese gli abitanti costruivano un piccolo forno in comune e a turno le donne cuocevano il pane. L'impasto era a lievitazione naturale. Le pagnotte venivano conservate dentro la madia, tavolo tipico della cucina contadina. Questa tradizione esiste ancora in alcune famiglie. I Cerrato continuano a produrre il pane in questo modo: in totale assenza di additivi, con soli farina, acqua, sale e lievito.

Info Utili:
Cerrato dolci
Piazza della Chiesa, 2
Castelletto Uzzone (CN)
0173.89124

Confraternita della Nocciola "Tonda Gentile di Langa"
Palazzo Rabino - Via Cavour, 80
12074 Cortemilia (CN)
0173.81027

Produzione della Langarola e del Cremino



lunedì 7 maggio 2012

Programma adrenalinico. Visit Trentino e il Blog Trip #Raftingpower

Che il Trentino fosse Social, l'avevo già capito in occasione del #TBE12 quando Sergio Cagol, dell'area Marketing di Visit Trentino (@visittrentino), ci ha informati dell'imminente coinvolgimento di molti Blogger in alcuni blog trip dalle svariate tematiche.
Dalla teoria, alla pratica.
Dopo breve, la mail con la possibilità di candidarsi ad alcune di queste proposte. Secondo voi non ci ho provato?
Eccome, e oggi sono qui a comunicarvi di essere stata scelta per il Blog Trip più adrenalinico che ci sia.
Si chiama #Raftingpower e l'hashtag su twitter è già un susseguirsi di battute, anteprime e accordi sull'organizzazione.
Vi dico solo che ritroverò quasi tutti i miei compagni del Social Media Team del Travel Blogger Elevator.
Il programma si prevede articolato e soprattutto a prova di "fifoni".
Si inizierà con la mattina del sabato 26 maggio, quando i Blogger verranno riuniti a Trento per partire alla volta di Dimaro, in Val di Sole con il mitico trenino che serve le valli di Non e Sole: la "Vaca nonesa". Sarà il Camping Dolomiti (@campingdolomiti)ad accoglierci.
Dopo il pranzo rifocillatore ci sarà il momento tantrico dedicato alla preparazione psicologica prima del Rafting Dimaro (@raftingDimaro) e il briefing tecnico per poi affrontare le rapide del Noce. Siamo pronti per la sfida fra gommoni?
Al nostro ritorno, se ancora tutti integri, ci abbandoneremo alle coccole del Centro Benessere del camping che è a nostra disposizione e al momento aperitivo. In questo caso, la quiete DOPO la tempesta.
La sera, cena a base di prodotti tipici della Val di Sole e del Trentino. A seguire, tanta, tanta allegria.
Per il secondo giorno è prevista un'altra sferzata di adrenalina con il Downhill mozzafiato all'interno del Parco Naturale Adamello Brenta. Per chi non lo sapesse, me compresa fino a questo momento, il Downhill è una competizione della mountain bike che si svolge completamente in discesa, su tracciati di differente grado di difficoltà.
Per me sarà la prima volta e quindi sono molto ansiosa di provare questa nuova emozione.
Spero di ritornare tutta intera, ma soprattutto non vedo l'ora di buttarmi in questa esperienza di adrenalina allo stato puro. Sicuramente i luoghi e i panorami spettacolari del Trentino faranno da perfetta cornice a questo intrepido Blog Trip.

Seguiteci tramite l'hashtag ufficiale su twitter (#raftingpower) per avere tutti gli aggiornamenti, attimo per attimo, delle nostre avventure. Riusciremo a tweetare, a pagaiare e non cadere in acqua nel frattempo? Staremo a vedere.
Vi segnalo gli altri bloggers che parteciperanno all'evento, miei compagni d'avventura:

-Nicola – @nicocarmigna  BLOG
-Cristiano – @guaidozcg  BLOG
-Daniela – @DanielaMilanesi BLOG
-Stefania – @DiquaDila      BLOG
-Marta & Chris – @blogdiviaggi  BLOG
-Camilla – @realmofpain     BLOG
-Federica – @Dede256    BLOG

Nell'attesa che arrivi il momento vi lascio con un pò di foto rappresentative di quelle che saranno le nostre attività.

 








 













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