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mercoledì 11 aprile 2012

Seychelles, un altro mondo

Il titolo non l’ho scelto io.
Basta recarsi sul sito ufficiale delle Seychelles per appurare che queste splendide isole vengono pubblicizzate in questo modo. Ma si sa: il marketing è l’anima del commercio.
In effetti quando si pensa a certe mete esotiche come le isole Seychelles, bombardati dalle immagini e dagli slogan che ci vengono proposti in continuazione,  ci si immagina il paradiso: un angolo di terra incontaminata, spiagge selvagge e mare cristallino. Insomma, proprio un altro mondo!
E in effetti è così. A livello naturale e paesaggistico queste isole quasi invisibili sulla cartina geografica, sono qualcosa di unico e raro.
Le spiagge più spettacolari le si raggiungono dopo camminate attraverso foreste primordiali che si affacciano sul mare limpido, adagiato su una spiaggia bianca che sembra fatta di farina e interrotta solo da qualche masso di granito levigato dal tempo.
Anse Cocos
Una volta raggiunti i suoi angoli di paradiso, ci si dimentica la fatica affrontata e lo stupore ripaga dello sforzo effettuato. Ci si trova di fronte a paesaggi che la natura ha riservato a pochi fortunati.
Pochi fortunati perché, benché le offerte di voli low cost siano aumentate negli ultimi tempi,  in effetti una visita in questo paradiso non si può dire sia proprio all’insegna del risparmio.
Ed è forse ricollegandomi a questo motivo che posso dare spiegazione ad una sensazione provata durante il mio soggiorno, a volte impercettibile e a tratti più marcata.  Mi è parso, infatti, che gli abitanti locali siano quasi infastiditi dalla presenza dei turisti e che li sopportino a malapena.  La percezione che ho avvertito è che i visitatori vengono visti come mera fonte di guadagno e niente più. Non ho notato quella voglia di ospitalità degna di altre destinazioni turistiche, ma al contrario ho avvertito una mal celata disponibilità e sopportazione.
E con questo non intendo dire che la popolazione debba essere largamente disposta a “chinarsi” al turismo, di quelli servizievoli. Voglio dire che ho riscontrato poche volte il piacere di fare una chiacchierata con gli autoctoni, riguardo le bellezze delle isole circostanti, che loro conoscono molto bene. Raramente sono riuscito a socializzare in modo da togliermi di dosso la solita patina fastidiosa da turista che troppo spesso quando si viaggia in terre lontane e culturalmente differenti, ci si porta dietro.
Anse Takamaka
La maggior parte delle volte non sono amichevoli a meno che non lo facciano per una desiderata ricompensa e, molto spesso, ho trovato sulla mia strada persone indifferenti se non addirittura arroganti e scontrose. Forse quello che sto per dire è esagerato ma per farla breve ho quasi avuto la sensazione che fossero “razzisti “. Non so se questo sia dovuto alla tipologia di “turista” che gli autoctoni sono abituati ad ospitare in queste fantastiche isole paradisiache, che spesso vuole godere di trattamenti riservati e troppo servili, oppure attribuire questi comportamenti alla riservatezza degli abitanti stessi.
Fatto sta che, devo dirlo, per me un’ esperienza di viaggio come si deve, la fa la cultura, la gente, i loro sorrisi, le usanze e non solo le belle spiagge, il buon cibo, il sole e il mare.
A parte questo e qualche altro piccolo inconveniente che probabilmente avrò modo di accennarvi durante questo racconto, quando parlerò delle strutture ospitanti, la mia esperienza a Seychelles Island è stata in salita.
Io sono stato solo una settimana alle Seychelles ma, potendoselo permettere, una settimana aggiuntiva è sicuramente d’obbligo per vedere qualche isola in più e per poter apprezzare totalmente la bellezza di questo territorio, facendo attività interessanti come birdwatchingsnorkeling e camminate o biciclettate sui monti circostanti.

Anse Giorgette
Le isole principali (che ho visitato) sono Mahè con la capitale Victoria, Praslin e La Digue. Ognuna di esse ha proprie caratteristiche e peculiarità. Ogni spiaggia è singola e splendida per vari motivi.
Io suggerirei, a Mahè, di passare per Anse Takamaka e Baie Lazare, due spiaggette tranquille sul lato occidentale dell’isola da cui poter godere dei suggestivi tramonti. Per quanto riguarda la costa orientale, l’ho trovata ugualmente affascinante ma più frequentata e rumorosa in quanto si affaccia direttamente sulla strada e viene spesso utilizzata anche per dei pic nic.
A Praslin, suggerirei di usare Anse Kerlan come base per delle escursioni per raggiungere Anse Georgette e Anse Lazio: due vere perle delle Seychelles.
Anse Lazio
La prima, raggiungibile dopo un percorso attraverso il campo da golf di una struttura a cui si accede solo previa autorizzazione, è una spiaggia molto intima e tranquilla con l’acqua limpidissima e piena di curiosissimi pesci azzurri.
Anse Lazio, invece, è raggiungibile dopo più di un’ora di percorso nella foresta che sembra una giungla primordiale e risulta molto più grande e selvaggia rispetto alle altre. Tra le cose da fare assolutamente a Praslin c’è sicuramente la visita presso la Vallee de Mai, la foresta che dà alla luce il frutto tipico delle Seychelles, ovvero il Cocò de Mer, un cocco dalla forma decisamente “stravagante”.
La Digue, essendo un’isola molto piccola, si riesce a girare in bici tranquillamente in uno o due giorni. Io suggerirei un giro in bici sulla stradina che porta da Anse Fourmis per arrivare fino a La Passe (il centro, se così si può chiamare), passando per Anse Banane e Anse Patate, ottime spiagge per lo snorkeling.
Anse Patate
Ma un bagno va sicuramente fatto anche a Grand Anse, raggiungibile sempre in bici scalando le montagne dell’isola. Da qui poi, prendendo un sentiero che si inerpica fra la folta foresta, riuscirete anche a raggiungere Petit Anse ma soprattutto Anse Cocos spiaggia unica per il fatto di essere completamente primitiva e deserta.
Alle Seychelles ci andrete per godervi la vita da mare e i panorami mozzafiato. Scorci di un azzurro effetto photoshop, vi abbaglieranno gli occhi già dall'alto della rigogliosa foresta. In questo periodo (marzo - aprile), il sole tramonta verso le 18.30 e per vivere pienamente la giornata sarà bene svegliarsi ad un'ora decente, pressapoco verso le 8.00 di mattina, o anche prima. Niente paura, non si tratterà affatto di levatacce, compenserete le ore di sonno riposando la sera, di ritorno dalla spiaggia. Una volta mangiato, in queste piccole isole non c'è molto da fare. Le luci si spengono e la natura sovrasta ogni cosa.
Per quanto riguarda la cucina, le Seychelles hanno una forte influenza creola (le isole furono colonie francesi e inglesi) con ricette ittiche speziate come il jobfish in coconut milk con zafferano e cinamomo o il grupper con aglio, chili e zenzero cotto al vapore. Tenete conto che le Seychelles sono isole africane ma con una forte influenza indiana che utilizza molte spezie e radici che danno ai piatti sapori molto forti e decisi.
Sicuramente avrò modo di parlarvi del cibo, ma anche delle strutture in cui ho soggiornato, nelle recensioni che stenderò in questi giorni.

Per ora godetevi qualche bella foto.

Petite Anse


Testo e foto: Valerio Buniato




2 commenti:

  1. Stupendo, questo è il paradiso...ci sono stata lo scorso anno a febbraio ed ho visitato anch'io Mahe, La Digue e Praslin: SPETTACOLARI!!!
    Complimenti per l'articolo, mi fa venir voglia di tornarci...

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  2. ciao Giulia, grazie!
    anche tu hai avuto la mia stessa sensazione riguardo all'ospitalità?

    RispondiElimina

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