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martedì 31 gennaio 2012

Lampedusa con i miei occhi

Mille occhi si sono posati su Lampedusa, preziosa pepita dell'arcipelago delle Isole Pelagie.
Sguardi beati dei turisti affaccendati a piantare il loro ombrellone sulle spiagge dalla sabbia farinosa. Sguardi impauriti dei migranti che dalle loro barche vedevano quel lembo di terra come la salvezza. Sguardi spenti degli abitanti, sensazioni di chi per l'isola vive e per un lungo istante l'ha vista soffocare.
 
I miei occhi hanno visto una Lampedusa già crepata da questo triste fenomeno, che alle acque cristalline frapponeva il monumento di stracci*, simbolo di una realtà che a volerlo oppure no, si innalzava dagli scogli dell'arcipelago come a svelarne il triste risvolto. Lampedusa come via di mezzo, interstizio, confine fra vita goduta e tragedia.
Su di uno scoglio immagino una crema abbronzante abbandonata, poco lontana dal luccichio riflettente di una coperta termica.
La mia immaginazione vaga, aiutata dalle cronache dei media che si riferiscono agli episodi accaduti qualche tempo fa.
 
Nonostante tutto, i miei ricordi riportano fedelmente quello che i miei occhi videro qualche anno fa, nel 2008. Un tramonto impareggiabile ai piedi di un vecchio molo che sa di pesce. Cala Greca, Cala Croce, Cala Madonna e molte altre calette preziose. I nostri tour in motorino con il vento che accarezza piacevolmente la pelle ricoperta di salsedine. Un'isola vivibile che non è prepotente nel voler mostrare i suoi pregi e una natura che parla da sè.
Piacevoli passeggiate serali in via Roma, il corso principale che raccoglie in fila tutti i ristorantini del luogo. Il turismo poco sfacciato che risulta vincente.
La sabbia fredda della sera sulla quale ci posavamo per vedere meglio le stelle.
La gita in barca tutto intorno agli enormi faraglioni dai quali partivano le sfide ai tuffi e il mare che da azzurro diventa blu, così misterioso e pieno di fascino.
Infine la stupenda, impareggiabile Isola dei Conigli (nella foto introduttiva) che vale tutta la scarpinata che bisogna fare prima di poter posare lo sguardo su una vista davvero commovente e poi, una volta capito quello che spetta laggiù, la discesa che sembra infinita verso quel paradiso.
 
Giù fino a dove le tartarughe caretta caretta depongono le uova, rispettate sia dagli animalisti che dai turisti stessi, aspettando la schiusa per vedere quei mille puntini scuri raggiungere il mare schiumoso e caldo.

Questa è solo una piccola, piccolissima parte di quello che i miei occhi hanno visto e dei sentimenti che ho provato in questa terra. Parlo di una fra le cose belle che dell'Italia dobbiamo assolutamente preservare.

Ho alloggiato in: Residence Villette Nanny
Vai al reportage fotografico completo

*Il monumento degli stracci è un insieme di resti dei dispersi che il mare ha restituito e che un pescatore di nome Luciano (che vive su una spiaggia) ha raccolto e messo insieme. Luciano ci ha raccontato che ha ricostruito più volte questa sua "opera" un pò bizzarra, ma che puntualmente qualcuno gliel' ha distrutta per la vergogna di vederla lì.

2 commenti:

  1. in italia abbiamo veramente tante cose che bisognerebbe preservare ma purtroppo non sempre ce ne rendiamo conto subito.
    bella lampedusa, spero di poterla esplorare presto.

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  2. Sono perfettamente d'accordo con te Marta e aggiungo anche che qui in Italia abbiamo molti luoghi stupendi che coincidono con ció che è meno conosciuto..

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