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venerdì 2 dicembre 2011

Giovani dell'altro Mondo - la storia di Daniele dalla provincia di Milano


La storia di un ragazzo italiano partito dapprima alla scoperta dell'Australia, ora in giro per il mondo (precisamente in Nuova Zelanda), che non trova motivi per tornare nella sua patria natale. 
Diquà&dilà, che già aveva parlato di lui nell'articolo dedicato al suo blog, ospita oggi le sue opinioni. Un punto di vista pungente che rispecchia le sensazioni di chi nel proprio paese non trova motivo di crescita e decide di partire per una tipologia di vita diversa..


Sono un Giovane dell’altro Mondo, Daniele di 30 anni proveniente dalla “ridente e soleggiata” provincia milanese.
Al momento sono in Nuova Zelanda a tirare su qualche migliaio di dollari da reinvestire in una massiccia sessione di zingarismo post-lavorativo in giro per l'Asia Centrale, ma diciamo che sono finito da ste parti solo per il fatto che in Australia non mi volevano più perchè sono piccolo e nero (o forse perchè ho esaurito i visti, non saprei...). Possiamo dire quindi che la meta principale è stata l'Australia.
Purtroppo mi son deciso a partire piuttosto tardi, verso i 25 anni. Ora come ora mi mangio le mani a non averlo fatto almeno 2 o 3 anni prima, però si può dire meglio tardi che mai. E comunque, forse, se fossi partito prima non sarei stato abbastanza motivato e sarei tornato indietro allo squallido tran-tran della Pianura Padana abbastanza presto (almeno questa è la scusa che do a me stesso). Quindi va bene così.
In Australia sono rimasto per due anni non consecutivi. In mezzo ci ho piazzato un po' di sano randagismo asiatico e un paio di esperienze lavorative di poco conto con dei compatrioti che sono state talmente negative che mi hanno convinto a tornare al volo agli antipodi.

Dalla Nuova Zelanda non penso di schiodarmi prima di metà aprile, quando mi scadrà anche il visto di lavoro, dopodichè si vola ad Hong Kong per tornare (ovviamente per brevissimo tempo) nella capitale della nebbia e della cassoeula via terra attraverso Cina, Siberia, Asia Centrale, Vicino Oriente ed Est Europa.
Certo che se riuscissi a vincere sti maledetti 20mila dollari all'Instant Kiwi (il gratta e vinci locale), un paio di mesi di mare nelle Filippine ce li aggiungerei volentieri.
Dopodichè boooooh... non sono uno che fa piani a lungo termine, quando sarà il momento vedremo.

Vi spiego il motivo che mi ha spinto ad andarmene dall’Italia.


Oltre ad essere uno che non fa piani a lungo termine, sono anche uno di quei citroni che a 30 anni non sa ancora cosa farà da grande, però perlomeno so cosa NON voglio fare da grande, il che è già un buon inizio: non voglio lavorare in uno stupido ufficio dal lunedi al venerdì dalle 9 alle 17 per far diventare ricco qualcun altro; non voglio avere una moglie rompicoglioni e dei mocciosi viziati da mantenere; non voglio andare al centro commerciale al sabato pomeriggio; non voglio andare a pranzo dai suoceri la domenica a mezzogiorno; non voglio andare in vacanza le due centrali d'agosto sulla riviera romagnola o, se proprio mi va di lusso, in Sardegna; non voglio spendere lo stipendio di un anno per un'automobile; non voglio indebitarmi fino sopra alla testa con una banca per comprare una casa che tanto poi se mi va male il matrimonio finirà a mia moglie e/o se mi va male il lavoro andrà alla banca stessa, dato che non potrò ripagare il mutuo cinquecentennale che ho stoltamente acceso per comprarla. 
Se fossi rimasto ancora qualche anno probabilmente è la fine che avrei fatto. Preferisco andarmene in giro per il mondo e rischiare qualcosa di diverso e magari anche fallire, piuttosto che fare il “normale” a Milano.

Le differenze che ho trovato all’estero, rispetto al mio paese d’origine, onestamente sono meno di quante si possa credere. Si certo, da ste parti è tutto molto più bello e interessante come può essere qualsiasi posto nuovo, ma alla fine la cultura occidentale è la stessa ovunque. Anche qui ci sono i tamarri, anche qua si guardano il grande fratello, anche qua i politici sono delle teste di cazzo che pensano ai loro interessi, anche qua sono schiavi dei soldi e del consumismo come da qualsiasi altro paese del cosiddetto “primo mondo”.
Certo, in Australia prendevo uno stipendio che in Italia prendono i dirigenti pur facendo lavori di scarsa responsabilità e questa è una discriminante non da poco. Un'altra cosa che ho notato è che qua ti mettono meno ansia, soprattutto al lavoro. Insomma si sta più rilassati ecco...
Un consiglio a chi, come me vuole partire: Siete ancora la?

Il maggior difetto dell'Italia sono i suoi abitanti, o perlomeno la tediosa (e numerosa) categoria dei finti ricchi o dei finti intellettuali che amano giocare ad essere quello che non sono. Insopportabili.
Per quanto riguarda i pregi dell’Italia, onestamente non saprei, non mi viene in mente niente di particolare che possa convincermi a passarci più tempo di quello necessario per una visita a parenti e amici. Per me l'Italia è un paese come un altro, il fatto che ci sia nato è del tutto irrilevante e se non ci fosse gente a cui tengo, probabilmente non ci metterei mai più piede.

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